venerdì 4 settembre 2015

God Bless America: Tra l'autocritica e l'autodistruzione



Frank è un uomo separato dalla moglie, ha anche una figlia piccola, che però non risente più di tanto della separazione, essendo lei molto più interessata a vivere il dubbio tra comprare un BlackBerry o un Iphone, piuttosto che tra scegliere se trascorrere il prossimo weekend con la madre o con il padre.
I vicini di casa parcheggiano l’auto sempre nei modi peggiori, incuranti di creare fastidio, e le sottili mura confinanti fanno giungere quotidianamente alle orecchie di Frank interessanti discussioni sulle ultime bravate di Paris Hilton o si chi ha vinto l’ultimo talent show.
La gente in generale non ha più un motivo di vivere se non per rigurgitare per tutto il giorno notizie provenienti da TV, radio e social, mentre le mode del momento stabiliscono su cosa valga la pena di intavolare uno straccio di discussione priva di contenuto.
Frank è stufo, stufo della gente, della sua America Ignorante che non fa altro che urlare, è stufo di tutto e di tutti.
Forse il tumore al cervello che ha recentemente sviluppato ha contribuito ad aiutarlo a fargli vedere le cose come stanno realmente, ad estraniarlo per un secondo dalla società, per un istante abbastanza lungo da permettergli di analizzarla dall’esterno e fargli capire quanto gli faccia schifo.
Non vuole più vivere circondato da idioti, trogloditi del tubo catodico, è il momento di farla finita, di uccidersi.
O forse, prima di andarsene, sarebbe meglio togliersi qualche voglia, come quella di piantare una pallottola in testa a tutte quelle persone cha hanno contribuito a far diventare l'America il paese degli zombie mediatici che è oggi.

Questo è il pensiero di Frank, il cinico (ma forse nemmeno troppo) protagonista di God Bless America, pellicola del 2011 ad opera di Bobcat Goldthwait.

Come potete immaginare, siamo di fronte ad un film particolare, ma che personalmente mi ha intrattenuto parecchio. Specifico subito che per le mani abbiamo una black comedy, per cui l’intento non è di presentare un film drammatico sugli ‘shootings’ Americani, o su una persona che perde il lume della ragione nel contesto di un film 'totalmente serio' con i canoni di Un giorno di ordinaria follia con Michael Douglas o il Rampage di Boll. I toni di God Bless America sono molto meno ‘morbosi’ ed opprimenti, come si evince dall'ironia del titolo, nonostante quello che poi è a tutti gli effetti la serietà dell’argomento trattato: il consumismo Americano e i valori effimeri della società moderna. 



Dall’anziano signore che tutti almeno una volta abbiamo sentito lamentarsi su come il mondo giri su cose pietose al giorno d’oggi, fino al giovane capace di fare un minimo di autocritica, più di qualcuno potrebbe trovare i concetti base di God Bless America in parte condivisibili.
La pellicola rappresenta il lato più preoccupante del ‘circo mediatico’ al quale tutti siamo sottoposti quotidianamente, con fattori come la difficoltà nel relazionarsi tra persona e persona, quando si vedono gruppi di giovani seduti al tavolino di un bar in silenzio, con lo sguardo fisso sui propri cellulari.
A volte anche a noi (per lo meno a me) provoca fastidio vivere in una società così tanto basata sullo ‘sciocco’. Il fastidio che si prova nel vedere un Tronista di Maria de Filippi guadagnare lo stipendio che prende un operaio in un mese, per ballare una singola sera in discoteca, o quando si vede piangere disperata una persona in televisione perché arrivata seconda alla prova ricompensa dell’Isola dei Famosi, quando tu magari quel giorno hai affrontato in modo molto più fiero e composto un problema serio della vita reale.
Anche Frank, il protagonista del nostro film, prova tutti questi fastidi nella sua America, e finirà per esplodere. Ovviamente la pellicola porta tutto il concetto all’estremo, all’esasperazione, alla violenza, ma non si può dire che a tratti le sue motivazioni non si possano capire e forse condividere.

God Bless America è un buon film basato su uno “sfogo” personale di una persona, e molto bravi sono stati nel metterlo in opera gli attori protagonisti, Joel Murray e Tara Lynne Barr, che danno vita ad una peculiare coppia criminale alle prese con una vicenda altrettanto strana, ma anche interessante ed originale da seguire, che vi consiglierei di vedere nel caso l’argomento trattato vi avesse stimolato curiosità.

Non aspettatevi grandi messaggi profondi da God Bless America, quanto piuttosto una commedia action in grado però di fornire anche un piccolo spunto di riflessione generale, se vogliamo, sulla nostra società fortemente basata sui mass media.


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