venerdì 18 settembre 2015

Firefly e Serenity: Quando l'uomo con la pistola incontra l'uomo con l'astronave...



Oggi non vi parlerò nello specifico solamente di una serie TV o di un film, ma di un connubio inseparabile tra le due cose, da vedere e da vivere come un’ “esperienza cinematografica” che, per me, nessuno dovrebbe lasciarsi scappare.
Sono un fan sfegatato della fantascienza, sia nelle vesti di film che di serie, tra i vari Stargate, Star Trek, Battlestar Galactica passando per concentrati di pazzia come Farscape o prodottini di serie B della serietà di un Hercules nello spazio, conosciuto anche con il nome di Andromeda, diciamo che ho visto un po’ di tutto ed ormai ho perso il conto, ma Firefly, c’è poco da fare, viene sempre prima di tutto il resto.
Inoltre, sia chiaro, non dovete neanche essere dei fan della fantascienza per poterlo apprezzare.

Dalla mente di Joss Whedon (Buffy, Angel, The Avengers) ci arriva questa geniale serie TV della durata di appena 15 episodi, rilasciati tra il 2002 e il 2003, alla quale segue un film di chiusura, Serenity, del 2005.

Firefly voleva essere una serie TV longeva, ma tutta una serie di fattori ne portarono alla sospensione, dopo appunto sole 15 puntate, che non conclusero neanche la stagione. Tutto l’amore nato tra il pubblico però (amore postumo, purtroppo) mosse il buon Whedon  a scrivere e dirigere Serenity, pellicola da 40 milioni di dollari di budget, che si pone a tutti gli effetti come una più che degna conclusione di tutto il “Progetto Firefly” che si voleva estendere per svariate stagioni. Il film ha salvato, accompagnandola all’epilogo, una bella storia che sarebbe stato un vero peccato vedere abbandonata.
Capite quindi perché all’inizio si parlasse di “esperienza cinematografica”: la serie Firefly non gode di vita propria senza Serenity e, vice versa, se vi capitasse in mano il film del 2005 l’ovvio consiglio è quello di non vederlo senza aver prima visionato i 15 episodi: vi mancherebbero tutte le basi per capirlo. Si completano a vicenda.

La storia ci racconta di una Terra sovrappopolata e di una conseguente migrazione di massa dell'umanità verso altri pianeti. Questi pianeti spesso inabitabili sono stati "terraformati" tramite lunghi processi di modificazione ambientale, più o meno riuscita.
I cosiddetti Pianeti Interni, quelli più vicini alla Terra, sono divenuti subito prosperi, sviluppandosi in salute e in modo tecnologicamente avanzato, mentre quelli periferici, i più distanti, spesso sono preda di malattie dovute a una terraformazione sommaria, e con tecnologie che faticano a giungere così lontano, lasciando gli abitanti in condizioni non migliori di quelle di uno pseudo far west.
Preso è nata ostilità tra pianeti Interni ed Esterni, ricchi e poveri, ed è così iniziata una guerra, tra la federazione (il governo civilizzato) e gli indipendentisti, che però hanno perso.
Qui conosciamo due reduci di guerra, il capitano Reynolds e la sua seconda Zoe che, finita la guerra dalla parte dei perdenti, si sarebbero dovuti adeguare a vivere una vita da sottoposti nella Federazione....ma a questo futuro i due hanno preferito una vita di vagabondaggio galattico, da mercenari e contrabbandieri.
E così, a bordo di un vecchio modello di classe Firefly che cade a pezzi, ribattezzata "Serenity" i due, assieme ad un improvvisato equipaggio, tireranno a campare accettando i lavori più scomodi e rischiosi. Le cose prenderanno una brutta piega quando, un giorno, la Serenity accetterà a bordo con l’incarico di trasporto due fuggitivi, fratello e sorella, ricercati dalla Federazione.



Ma cos’è che funziona così bene in Firefly? La risposta vorrebbe essere ‘tutto quanto’, e sarebbe vera, ma se volessimo essere più specifici potremmo dire lo stile, ed i personaggi. Lo stile di Firefly non è di pura commedia, ma nemmeno di pura azione o dramma, semplicemente è un mix riuscito tra le parti, come un cocktail perfetto. Le vicende sono affrontate con un tono scanzonato, divertente, spesso dotate di una sceneggiatura brillante, soprattutto nei dialoghi, ma non ci si risparmia anche nell’affrontare vicende dure o commoventi, quando è necessario. C’è un’intelligenza particolare dietro ad ogni episodio (e anche nel film) nell’elaborare le situazioni, e la cosa viene messa ancor più in risalto quando, tali situazioni, sono gestite da attori come quell’incredibile faccia di bronzo che è Nathan Fillion. E qui si passa al secondo grande aspetto riuscito di Firefly e Serenity: il cast.
Non mi dilungherò, anche perché ve ne accorgerete immediatamente da soli, ma la squadra pensata da Whedon per far volare nello spazio la sua astronave è straordinaria. Dalla dura combattente Zoe interpretata da Gina Torres (che ho rivisto piacevolmente un decennio dopo in Hannibal, sempre bravissima), all’ironico e fatalista pilota Walsh, l’egoista mercenario Jayne, e tutta una serie di femme (più o meno) fatales: Morena Baccarin, Jewel Staite, Summer Glau, Christina Hendricks, per una controparte di cast femminile decisamente ricco e capace. Ogni personaggio gode di un giusto tempo in scena dedicato al suo approfondimento, che a volte manca nella stragrande maggioranza delle serie TV, e che serve per permettere allo spettatore di affezionarsi. In questo caso, parola mia, vi affezionerete un sacco. 

E qui mi fermo. Firefly-Serenity è un connubio di opere che è impossibile (o altamente improbabile) che non possano intrattenervi. Di fatto, l’unico difetto che vi trovo è l’enorme buco nello stomaco che vi rimarrà quando tutto sarà finito. Quindici episodi ed un film avrebbero potuto essere tranquillamente 6 stagioni, se un network troppo frettoloso nel bloccare i progetti, e tutta una serie di altre circostanze non ne avessero punito, ingiustamente, il regolare sviluppo.
In ogni caso, come ho già detto, anche in questo breve formato tutto il progetto funziona egregiamente, quindi basta esitare, ricaricate il revolver e avviate i motori, pronti a tuffarvi in questo particolarissimo esempio di fantawestern che non potrà fare altro che emozionarvi e divertirvi!


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