giovedì 17 settembre 2015

Contagion: Chissà quante volte ci siamo andati vicino



Andando a scomodare gli zombie, le catastrofi atomiche, gli strani suicidi di massa di E venne il giorno di Shyamalan, e chi più ne ha più ne metta, siamo tutti in grado di pensare, in men che non si dica, ad una manciata di pellicole diverse che hanno però come tema principale quello di un virus o di un evento, più o meno globale, in grado di minacciare la sopravvivenza e l’esistenza stessa, come specie, dell’essere umano.

Se vi trovate intrattenuti da film di questo genere (io ad esempio lo sono tantissimo) oggi vi vorrei consigliare Contagion, del 2011, nel caso vi fosse sfuggito.
Cosa differenzia questo film dagli altri? In una parola, credo sia semplicemente il più verosimile.
Ed è questa verosimiglianza che lo rende, più di ogni altra pellicola dello stesso genere, di fatto, terrorizzante.

Tutti voi immagino abbiate provato almeno un piccolo brivido lungo la schiena nei momenti in cui i media spingevano molto nel parlare della SARS, dell’H1N1, soprattutto nei primi periodi quando se ne sapeva ancora relativamente poco, e forse quel brivido vi è tornato più recentemente per l’Ebola, anche memori dei disastri mondiali causati dalla Peste Nera nel Medioevo o dalla Spagnola negli anni ’20, che ci ricordano come un virus possa, veramente, decimare le popolazioni.
Ma riuscite anche a pensare a tutto quello che sta dietro alla comparsa di un nuovo virus, ora, in epoca moderna?
Contagion ci pensa, presentandoci un film (ma accurato quasi come un documentario), che ci illustra nella maniera più verosimile possibile una sorta di ‘simulazione’ di ciò che potrebbe succedere nel caso comparisse un nuovo ceppo epidemico, simile a quelli tra i più recenti che sopra ho citato.
Il bravo regista Steven Soderbergh, che non è certo uno sprovveduto, per girare al meglio il film ha collaborato con il CDC, ed ha anche lavorato al suo film con un gruppo di consulenti scientifici. Il CDC è il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie, l’organo che scende sul serio in campo quando si presentano situazioni di questo tipo.



Dopo essere stata ad Hong Kong in viaggio d'affari, una giovane donna crolla a terra, apparentemente per una banale influenza. Portata velocemente in ospedale però, ella muore, a causa di una malattia sconosciuta. Entro poco tempo, altri casi vengono registrati in altre città, apparentemente tutti riconducibili allo stesso volo aereo.
Ed è qui che entrano in gioco i professionisti, professionisti che però sono alle prese con un nemico invisibile, che non hanno le armi per combattere. Bisogna capire come è comparso il virus, in modo che la causa scatenante non si ripeta, bisogna identificare il "paziente zero", ossia il primo incubatore, bisogna cercare di capire come si diffonde il virus, se per contatto o per vie aeree o altro, poi bisogna sapere chi, come e quando è venuto in contatto col paziente zero, bisogna coltivare il virus in colture per poter sperimentare dei vaccini, ma nel frattempo bisogna anche contenere le vittime senza però terrorizzare la popolazione, e tanto altro.
Contagion è stato, per me, interessantissimo e terrorizzante allo stesso tempo. 

E’ una visione più che plausibile di un caso di un nuovo virus, visto sotto tanti punti di vista: quello di una ricercatrice, quello di un medico, di un giornalista che cercherà di speculare sulla tragedia, quello di una famiglia, ma non è il tipico film ‘ad incastro’ dove i protagonisti si incontreranno, anzi, il tutto resta separato, per farci capire come reagiscono le varie fasce di società, di persone, in un contesto di questo tipo.
In questo senso il mega-cast radunato da Soderbergh non è affatto ‘sprecato’, in quanto Kate Winslet, Matt Damon, Marion Cotillard, Laurence Fishburne, Jude Law, Gwyneth Paltrow, Bryan Cranston non saranno mai sullo schermo contemporaneamente, non sarà un frullato di nomi famosi per avere il solito film di richiamo, semplicemente le vicende sono separate, ed ognuna richiedeva un proprio cast, in grado di saper recitare.

Detto questo, non voglio svelare altro e concludo qui, consigliandovi Contagion senza remore, ricordandovi però che è un film molto particolare e diverso dai canoni convenzionali, anche per il suo stesso genere. Con altri toni rispetto al solito ‘disaster movie’ americano, è molto crudo, reale, e vi lascerà con la voglia a fine visione di ringraziare il cielo per la vostra salute, facendovi capire anche quanto velocemente le cose al mondo potrebbero cambiare nel caso in cui, un brutto giorno, si presentasse un virus che semplicemente, per quanto gli esperti si sforzino, non si riuscisse ad arginare.
Inquietante.


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