Ah, Sam Raimi, maledetto…perché non sforni qualche film
horror un tantino più spesso?
Detto da una delle poche persone che non si divertono con le pellicole dei
supereroi (che quindi mai ha visto e mai vedrà l’uomo in calzamaglia da ragno)
per me è come se questo splendido regista avesse dormito dai tempi della
trilogia di Evil Dead terminata nel 1992, salvo poi risvegliarsi, col piede
giusto, con Drag Me to Hell.
Raimi gode di uno stile tutto suo nel portare su schermo
orrori demoniaci e truculenti, facendo emozionare, spaventare ma anche
sorridere lo spettatore, ed è per questo che in vita mia avrei voluto assistere a
molti più film provenienti dalle sue mani, e sono gli stessi motivi che oggi mi
portano a consigliare la visione di Drag Me to Hell, nel caso questo film del
2009 fosse passato al di sotto dei vostri radar.
La trama è semplice ma nondimeno interessante: ci viene
raccontata la storia di Christine, una giovane ed attraente ragazza che lavora
come impiegata all'ufficio prestiti di un grande istituto di credito. La sua vita scorre lieta e felice con il suo compagno e, per quanto possibile, Christine
tende a portare questa sua positività anche a lavoro, essendo a volte piuttosto
‘morbida’ nei suoi prestiti.
In ufficio però è tempo di promozione e un collega arrivato da poco, privo di scrupoli, si sta dimostrando più efficiente ed oculato negli affari rispetto a lei, agli occhi del supervisore che poi dovrà decidere chi promuovere. Sarà tempo quindi per Christine di lasciare a casa la sua solita tenerezza, e la prima a subirne le conseguenze sarà una vecchietta zingara, all’apparenza anche cagionevole di salute: la Signora Ganush, alla quale Christine negherà (non senza dispiacere) un prestito perché mancano le garanzie.
La signora si sentirà fortemente umiliata dalla giovane e, prima di andarsene, scaglierà su di lei una tremenda maledizione. Christine, da quel giorno, vivrà in un incubo.
In ufficio però è tempo di promozione e un collega arrivato da poco, privo di scrupoli, si sta dimostrando più efficiente ed oculato negli affari rispetto a lei, agli occhi del supervisore che poi dovrà decidere chi promuovere. Sarà tempo quindi per Christine di lasciare a casa la sua solita tenerezza, e la prima a subirne le conseguenze sarà una vecchietta zingara, all’apparenza anche cagionevole di salute: la Signora Ganush, alla quale Christine negherà (non senza dispiacere) un prestito perché mancano le garanzie.
La signora si sentirà fortemente umiliata dalla giovane e, prima di andarsene, scaglierà su di lei una tremenda maledizione. Christine, da quel giorno, vivrà in un incubo.
Ci sono veramente un sacco di cose che funzionano
egregiamente in Drag Me to Hell.
Prima di tutto la regia, splendida, che aiuta a mantenere un ritmo sostenuto, con nuovi eventi e nuove situazioni che colpiscono lo spettatore e lo intrattengono, senza fornire mai tempi morti.
Il tutto realizzato fondendo (con quella vena unica che solo Raimi possiede) scene splatter e scene disgustose a scene di tensione, di classico ‘spavento’, di drammaticità o tenerezza, il tutto mantenendo un'ottica grottesco/fumettistica del tutto speciale.
Prima di tutto la regia, splendida, che aiuta a mantenere un ritmo sostenuto, con nuovi eventi e nuove situazioni che colpiscono lo spettatore e lo intrattengono, senza fornire mai tempi morti.
Il tutto realizzato fondendo (con quella vena unica che solo Raimi possiede) scene splatter e scene disgustose a scene di tensione, di classico ‘spavento’, di drammaticità o tenerezza, il tutto mantenendo un'ottica grottesco/fumettistica del tutto speciale.
In gamba anche tutto il cast, dalla notevolissima (e a parer
mio anche molto bella) attrice protagonista Alison Lohman fino ad arrivare
all’azzeccatissima ed inquietante zingara interpretata da Lorna Raver, un cattivo che per una
volta non è la solita macchietta senza spessore, ma arriva anche ad essere
condivisibile, e comprensibile, nel suo agire.
Tutto il film, in una parola, funziona.
Non lo si può definire horror/comedy, perché di situazioni ridicole non ne
presenta e non ne vuole neanche avere, tuttavia vi lascerà con più di un
sorriso stampato sul volto.
Questo perché Drag Me to Hell è un film onesto, profondamente anni ’80 in tutto e per tutto, nell’anima, con le sue esagerazioni forzate ma che non stonano mai e, anzi, sono così belle proprio perché senza contegno.
Persino il finale è molto ben organizzato, cosa si può volere di più?
Questo perché Drag Me to Hell è un film onesto, profondamente anni ’80 in tutto e per tutto, nell’anima, con le sue esagerazioni forzate ma che non stonano mai e, anzi, sono così belle proprio perché senza contegno.
Persino il finale è molto ben organizzato, cosa si può volere di più?
Concludo segnalandovi che il buon Sam Raimi questo Halloween
(31 Ottobre) ci presenterà una serie TV horror di 10 puntate basata su Evil
Dead (dirigendone anche il primo episodio) di nome Ash vs Evil Dead, che vedrà
tornare nel suo ruolo nientemeno che il Re in persona, Bruce Campbell, per una
serie che non mancherò di recensire, qual’ora il risultato finale dovesse
essere buono tanto quanto lo è la premessa.
Spero che questo nuovo riavvicinamento all’horror di Raimi scateni nel regista un’ondata incontrollabile di nostalgia, che gli faccia venir voglia di cimentarsi di nuovo con un lungometraggio, perché personalmente ho bisogno di registi di questo calibro nel campo dell’orrore.
Registi capaci di presentare prodotti originali, non il solito filmetto di torture o di teenager che muoiono per mano dell’uomo che indossa la prima maschera che gli è capitata in mano, ho bisogno di vedere più spesso film indipendenti dagli schemi, classici ma al contempo originali, esattamente come è stato questo Drag Me to Hell.
Spero che questo nuovo riavvicinamento all’horror di Raimi scateni nel regista un’ondata incontrollabile di nostalgia, che gli faccia venir voglia di cimentarsi di nuovo con un lungometraggio, perché personalmente ho bisogno di registi di questo calibro nel campo dell’orrore.
Registi capaci di presentare prodotti originali, non il solito filmetto di torture o di teenager che muoiono per mano dell’uomo che indossa la prima maschera che gli è capitata in mano, ho bisogno di vedere più spesso film indipendenti dagli schemi, classici ma al contempo originali, esattamente come è stato questo Drag Me to Hell.
Da vedere.
L'ho amato pure io, non capisco tutti quelli che lo bocciano come una minchiata clamorosa - anche se forse ha la leggera colpa di essere un ciccinino fuori tempo.
RispondiEliminaE ti dirò, io amo pure gli Spider-man di Raimi, Almeno, i primi due. Anche se il terzo, in quanto a regia, si mangia tutti i cinecomic usciti di recente.
Forse a bocciarlo sono quelli che non avevano la benchè minima idea di cosa stavano per guardare.
RispondiEliminaA volte, come per certi album musicali, bisogna essere un minimo preparati, proprio perché se c'è dell'originalità in gioco, spesso, c'è terreno fertile anche per l'incomprensione.