lunedì 24 agosto 2015

Humans: Storia di umani e androidi in una futura Inghilterra alternativa



Una settimana fa vi parlavo (e consigliavo) un ottimo film a mio avviso, Ex Machina, e vi dicevo di come quel sottogenere della fantascienza tutto dedicato alla robotica e all’intelligenza artificiale stesse subendo una piccola rinascita in questi ultimi anni, nominandovi anche, tra le alte cose, una Serie TV: Humans.
Ed è proprio di questa che vi scrivo quest’oggi.

Humans è una serie Britannica che ha appena concluso la sua prima stagione di 8 episodi, ad Agosto, ed è già stata rinnovata per una seconda stagione di altrettante puntate per il 2016.
La storia ci racconta di un ipotetico futuro alternativo, nel quale la tecnologia “generale” è molto simile a quella di cui godiamo noi, tranne per il fatto che si è avanzati molto nel campo della robotica, grazie ad un genio visionario, l’inventore David Elster.
Il dispositivo tecnologico più venduto al mondo, da qualche anno, è divenuto il Synth, un avanzatissimo androide capace di svolgere tutte le funzioni domestiche che una famiglia possa mai desiderare.
Altri Synth, non ad uso domestico, hanno anche rimpiazzato umani in mansioni molto delicate e di precisione, come la chirurgia, o magari in lavori ripetitivi, come l’assistenza clienti dei call center.
I Synth, distinguibili dalle movenze poco aggraziate a dagli occhi vitrei, chiaramente sintetici, sono integrati nella società a vari livelli e in un numero sempre crescente, ma non sono niente più che macchine, avanzati elettrodomestici privi di coscienza che, però, ad alcuni fanno paura.
Noi seguiremo una famiglia del Regno Unito, gli Hawkins, che deciderà (non all’unanimità ma, anzi, con qualche dubbio) di concedersi finalmente il lusso di avere un Synth, la piacevole Anita, per aiutarli in casa e badare ai bambini.



La premessa come vedete è a dir poco interessante, e lo sviluppo non sarà da meno.

Humans è caratterizzato da ottimi personaggi, diversi e variegati, che è un vero piacere seguire nelle loro vicende personali, e ci si alterna tra puntate dense di momenti di empatia e compassione, ad episodi puramente d’azione, creando una serie molto ricca e movimentata.

Per chi, come me, avesse visto altra televisione Inglese poi nel corso degli anni i volti noti nel cast non mancheranno, con sorprese inaspettate, come Katherine Parkinson, la spassosa Jen della serie comedy IT Crowd, qui in un ruolo drammatico, Colin Morgan di Merlin, o il bravissimo Neil Maskell, il freddo killer di Utopia qui riproposto con le vesti di poliziotto.
Molto meno Inglese è ovviamente l’asiatica Gemma Chan (Anita) che invece non conoscevo, ma che reputo la migliore attrice di tutto lo show.

A scopo informativo dovete sapere che esiste una serie Svedese, Äkta Människor (Real Humans) del 2012, del quale Humans è la riproposizione. Questo show è ambientato in Svezia con le stesse premesse, ma purtroppo fu cancellato dopo solo 2 stagioni.
Meno facile da reperire e non concluso, credo comunque che per curiosità potrei tentare di vederlo, perché pare che (nonostante nessuno dei due show sia “migliore” dell’altro) Real Humans abbia curato maggiormente alcuni aspetti interessanti della trama, secondo la critica, rispetto a Humans che però, poi, è stato migliore sotto altri frangenti. La curiosità di vedere la differenza tra le due versioni probabilmente prevarrà e me lo farà recuperare, pur essendo conscio che andrò a cimentarmi con uno show troncato.

In conclusione, Humans non sarà forse la serie perfetta (io stesso ammetto qualche imperfezione), ma gode davvero di tante cose buone e di spunti interessanti. Unico nel suo genere dopotutto, è già questo motivo sufficiente per meritare la visione.

Mi ha coinvolto, questo è innegabile e, mentre attendo con curiosità la stagione due, ne approfitto per consigliarvelo.


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