domenica 23 agosto 2015

Defendor: Eroi si nasce, non si diventa



E’ ormai un decennio o forse più che impazzano (e non accennano a diminuire) le pellicole sui supereroi e, quando un genere prende enormemente piede (pensiamo anche solo agli zombie, per esempio) è inevitabile che comincino ad originarsi anche prodotti “anomali”, cioè di ispirazione ancora vagamente simile a quella della corrente di appartenenza, ma che poi in realtà si distaccano notevolmente dai canoni di genere. 

Abbiamo avuto nel 2008 la storia del supereroe alcolizzato Hancock, che coi suoi superpoteri combinava più guai che altro, o anche quella di Kick Ass, il ragazzo in costume che di poteri non ne aveva nessuno, ma che poi finirà per incontrare un gruppo di supereroi come quelli dei fumetti. Seguendo questa direzione, ossia la strada delle pellicole basate sui supereroi improvvisati, ho finito per recuperare lo strano Super del 2010 di James Gunn, una pellicola strana ma nondimeno interessante (una visione la merita tutta), che però non mi ha colpito così nel profondo come invece ha fatto Defendor, un film non solo buono nel suo piccolo “sottogenere” dei Non-Eroi, ma una pellicola che va proprio consigliata a priori.

Del 2009, Defendor non è propriamente ‘sconosciuto’ come film, ma nemmeno tanto famoso da essere per forza passato sugli schermi di tutti, per cui se anche uno solo di voi dovesse leggerne (e quindi apprenderne l’esistenza) per la prima volta solo ora, beh, mi avrebbe fatto compiere con successo la mia missione quotidiana. Onestamente, è un film che vale davvero la pena di vedere.

La pellicola ci racconta di un uomo con problemi mentali risalenti all’infanzia, Arthur, che di notte pattuglia le strade del suo quartiere, ma lo fa vestito di nero e con una D sul petto.
Lui è Defendor, e vuole combattere il crimine, in particolar modo un fantomatico “cattivo” dal peculiare nome di Capitan Industria. Arthur non ha mai fatto del male a nessuno, con il suo equipaggiamento che spazia dalle biglie trasparenti per bambini, alla fionda (decisamente non i mezzi di un Batman) ma purtroppo un giorno qualcuno si farà male, e l'uomo verrà portato di fronte ad un giudice con il rischio serio di finire in galera.
A Defendor verrà data però la possibilità di spiegarsi e di esibire le sue ragioni ad una psicologa del tribunale, incaricata di valutare le azioni compiute da Arthur per capire se l’uomo possa essere o meno rimesso in libertà. E così inizierà il suo dettagliato racconto.



Nonostante la premessa iniziale, non siamo di fronte ad una commedia dai toni ultra leggeri, anzi, ben altro. In Defendor si ride, è vero, ma sono molte di più le volte che vi ritroverete a riflette, ad essere emotivamente coinvolti, se non addirittura commossi per il modo di vedere e di vivere la vita che ha Arthur, una di quelle persone ‘semplici’ e quindi innocenti ma che, come tutti noi vive, purtroppo, nel mondo dai toni ingiusti e crudeli che sono quelli della vita reale.

Oltre alla vicenda molto ben costruita, un plauso particolare va a Woody Harrelson, un attore di enorme talento capace di passare da ruoli di freddo investigatore come in True Detective a quelli di uomo bonaccione ma senza tutte le rotelle a posto, mettendoci la stessa dedizione e convinzione e, di conseguenza, risultando davvero credibile.

Defendor affronta il tema dei supereroi in modo alternativo, come già detto, ma anche in questo frangente siamo di fronte ad un film ‘particolare’, più profondo, se vogliamo, rispetto alle pellicole che giocano allo stesso gioco. Si punta a più che ad intrattenere. Denso di contenuti, e con una bellissima performance del protagonista, sarà difficile per voi non rimanere piacevolmente colpiti, se non addirittura conquistati, dalla storia di questo eroe mascherato.
Provatelo.


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