venerdì 28 agosto 2015

American Horror Story: Murder House non è la solita casa maledetta



Solitamente quando si consiglia di vedere una Serie TV la si consiglia tutta, o non lo si fa affatto, perché risulterebbe strano e poco sensato, ad esempio, consigliare solo la prima e la seconda stagione di Buffy, per ignorare poi le rimanenti. Però esistono alcuni show che, come format, permettono di fare questa particolare operazione semplicemente perché la trama non è continuativa tra le stagioni.
Un esempio lampante è True Detective, dove ogni stagione è diversa dalla precedente per trama e cast dando vita, quindi, a delle mini-serie che posso anche essere giudicate singolarmente.
American Horror Story si comporta esattamente allo stesso modo.
A onor del vero, ci sarebbe anche un piccolo particolare extra in quest’ultimo show: ogni stagione la trama cambia completamente ma il cast, al contrario, resta invariato. Questa trovata dà origine a esperienze interessanti, perché per esempio un attore che nella serie precedente era l’innocente vittima, nella prossima potrebbe diventare magari un freddo carnefice, o una comparsa, a seconda della nuova trama.
In ogni caso, tutta questa corposa premessa per spiegare la totale indipendenza delle stagioni di questo show era per dirvi che io, nel mio piccolo, American Horror Story lo consiglio caldamente, ma solo nelle vesti della prima stagione.
Quella l’ho trovata estremamente valida. Le successive meno.

Questa prima season denominata Murder House (del 2011) trae ispirazione dagli horror di stampo thriller/psicologico riguardanti le case infestate. Ci racconta la storia di una famiglia, gli Harmon, che recentemente hanno acquistato una nuova casa con lo scopo di trasferirsi da Boston a Los Angeles per “cambiare aria” e provare a dare nuova vita al loro matrimonio, recentemente intaccato da un avvenuto tradimento.
La famiglia è composta dalla casalinga Vivien, dalla figlia adolescente Violet e dal marito, Ben, uno psichiatra, quest’ultimo responsabile della quasi rottura del matrimonio a seguito di un tradimento, scoperto dalla moglie, compiuto con una giovane studentessa di lui. La nuova casa è per loro il tentativo di un nuovo inizio, per dimenticare il passato, ma le cose inizieranno a farsi strane fin da subito.
Una particolare vicina di casa, cinica e ficcanaso, turberà la quiete famigliare, assieme alla scoperta che la coppia che abitava la casa in precedenza prima dell’arrivo degli Harmon non si è trasferita, ma è stata vittima di un evento di cronaca nera, un omicidio/suicidio dai contorni poco chiari.
E sarà solo l’inizio. 



Ogni stagione di American Horror Story mira ad esplorare di volta in volta una differente ambientazione cara ai film di genere horror. Dopo Murder House sulle case infestate abbiamo infatti la seconda, Asylum, tutta dedicata ai manicomi, poi Coven, sulle streghe, Freak Show, a tema circense, per finire con la quinta stagione, in partenza questo Ottobre, di nome Hotel (ovvi riferimenti a Shining e pellicole affini).

Perché consiglio solo la stagione uno? Perché sono un grande fan delle Ghost House e non del resto? Assolutamente no. Non è colpa dell’argomento trattato. Semplicemente la qualità delle stagioni è andata progressivamente scemando, per qualità e contenuti, e non di poco. Mentre la prima stagione era interessante, ben scritta, con notevoli colpi di scena e spunti degni di nota, la seconda (Asylum) è per me già calata di un gradino, assestandosi attorno al “buono”, con una trama più debole, seppur guardabile, mentre la terza (Coven) la reputo semplicemente un disastro, che è anche solo difficile guardare. La parabola discendente non mi ha dato il coraggio di cimentarmi nella visione della stagione numero quattro, sulla quale quindi non mi esprimo.

Io non sconsiglio o tantomeno vieto la visione di niente a nessuno comunque, sia chiaro, però posso limitarmi a consigliare solo le cose che ho visto e che mi sono piaciute davvero, e quello è Murder House, che come mini-serie presa singolarmente funziona davvero bene. Poi è ovvio che se vi piacerà, la curiosità vi spingerà a continuare con le stagioni successive dello show, e con onestà ammetto che anche la stagione due si fa guardare abbastanza bene (poi se per caso l’ambientazione riguardante gli oscuri manicomi vi stimola particolarmente, meglio ancora) ma, nel caso vogliate poi procedere anche con la terza, non dite che non vi avevo avvisato.  

Cosa c’è di buono in Murder House? In primis la gestione di un genere se vogliamo abbastanza banale, la “solita” casa infestata, ma inaspettatamente trattando la cosa con intelligenza e originalità. Una regia solida e capace, unita ad una trama ben trattata, densa di personaggi e colpi di scena.
Il tutto condito con una prova da parte del cast molto convincente, su tutti la veterana Jessica Lange, attrice di raro carisma ed espressività.
American Horror Story: Murder House non vi spaventerà a morte, non è uno di quegli horror intesi a terrorizzare, ma vi avvolgerà invece nel suo mistero, nei suoi delitti, nei suoi personaggi, per una storia di 12 puntate tra quattro mura dannate che, a parere di chi vi scrive, vale proprio la pena di vedere.


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