Tra il 2004 e il 2009 mi sono davvero goduto Battlestar
Galactica, una serie TV spaziale che a parer mio traeva il suo maggior punto di
forza dalla sua impostazione molto orientata verso l’aspetto militare, con
questa nave, il suo capitano e l’equipaggio in grado di coinvolgere lo
spettatore con le sue procedure, l’approccio tattico al combattimento, gli
ordini urlati a squarciagola.
Mi è sempre mancata un’altra serie così coinvolgente, a livello di nave ed equipaggio.
Mi è sempre mancata un’altra serie così coinvolgente, a livello di nave ed equipaggio.
Recentemente ho però scoperto The Last Ship, una serie
particolarmente nuova, del 2014, che mi ha davvero molto ricordato Battlestar
Galactica in più di un aspetto, nonostante l’argomento trattato e
l’ambientazione siano decisamente diversi. La serie gode per il momento di 2
stagioni, ed è già stata rinnovata per una terza in uscita per l’estate 2016.
Dopo una pandemia virale di portata mondiale che ha spazzato
via l’80% della popolazione, il cacciatorpediniere Americano USS Nathan James
ritorna da un silenzio radio di diversi mesi, ignaro di tutto quanto, perché era
impegnato in una missione di test nell’Artico a comunicazioni spente, appena
conclusasi. Quello che si ritroveranno di fronte gli uomini e le donne
dell’equipaggio, 218 persone, sarà un mondo devastato da un’epidemia
violentissima, a cui loro sono scampati solo grazie all’isolamento in mare
aperto. La ricerca di una possibile cura, il contattare le proprie famiglie, o
il semplice rifornirsi di carburante e cibo dopo una missione tanto lunga, ora
che mancano i porti sicuri, diverranno le loro nuove priorità.
Una catastrofe enorme, una sola nave, un equipaggio che deve
riuscire a cavarsela, e l’ignoto attorno a sé (tanto l’oceano quanto lo spazio,
per me molto simili) sono tutti elementi che, capirete, possono avermi ricordato
molto Battlestar Galactica. Ed è una cosa che attendevo da anni.
The Last Ship ha davvero molte frecce al suo arco. Prima di
tutto, vi stupirà anche solo per il semplice aspetto realizzativo, io
personalmente dopo il primo episodio ero esterrefatto pensando anche solo ai
costi di produzione. Va bene che dietro c’è quel pazzo di Micheal Bay alla
produzione, ma abbiamo un vero cacciatorpediniere in movimento, elicotteri che
atterrano e decollano sul serio, altre navi organizzate per sembrare scampate
all’apocalisse…certamente non un budget da Serie TV spicciola. Ma anche i contenuti, ci tengo a dirlo, non sfigurano di fronte alla maestosità
della messa in opera. Abbiamo trame, svolgimenti e colpi di scena gestiti intelligentemente,
secondo uno script plausibile, ed anche tutta una serie di personaggi
interessanti. Prima di tutto c'è il Comandante Tom Chandler, alla guida del suo
equipaggio, che è il bravo attore Eric Dana, capace di uscire dal ruolo del
soldatino impettito che sarebbe davvero stato un rischio mettere alla guida di
una serie TV, ma presentandoci invece un uomo, una persona che ha un comando
sotto di sé e che deve apparire incrollabile, ma che in realtà non lo è, perché
è pur sempre un marito ed un padre che non sente la sua famiglia da mesi, come
tutti. Da segnalare anche la sempre splendida Rhona Mitra, ed una
piacevolissima sorpresa quale Adam Baldwin, il caro Jayne di Firefly, in un
ruolo di spessore.
Volessimo affibbiare un difetto a The Last Ship (ma che
sinceramente non mi ha disturbato ‘troppo’) è che è uno show Americano sin nel
midollo. Però lo si può anche comprendere. I protagonisti sono 200 marines ai
quali, per non impazzire, non rimane altro da fare che concentrarsi sul lavoro, sul
loro affiatamento ad esso, e alla morale Americana, quindi volendo lo si può
considerare anche un aspetto di trama necessario. Fatto sta che in più di
un’occasione i nostri amici usciranno da qualche situazione in maniera un tantino troppo 'splendida', comunque, ripeto, è sorvolabile.
In definitiva, se i film catastrofici, con epidemie o
apocalissi solitamente vi intrattengono, e siete alla ricerca di un’esperienza
più ‘lunga’ quale potrebbe essere una serie TV, The Last Ship potrebbe proprio fare al
caso vostro. E’ uno show denso di azione, combattimenti, che calca molto sotto
l’aspetto militare, ma che non affronta nessuno dei suoi temi con leggerezza o
stupidità ma, anzi, per ora ha presentato scenari piuttosto plausibili.
Intrattiene a dovere.
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