martedì 6 ottobre 2015

Black Death: L'Inferno in Terra



La parola 'preferito' si può utilizzare solamente in ambiti molto circoscritti, a mio parere.
Magari un gioco da tavolo che propone la scelta tra 4 personaggi, sicuramente darà vita al tuo preferito, dopo aver avuto l'occasione di osservarli in azione.
Forse anche parlando di colori, si potrebbe essere in grado di identificarne uno preferito, ma parlare di un 'film preferito' è quasi assurdo, la scelta è semplicemente troppo ampia, anche solo per le emozioni totalmente diverse che possono trasmettere un film drammatico rispetto a una commedia, per esempio.
Però ci sono giornate dove, in maniera quasi infantile, se dovessi indicare un mio film preferito, indicherei Black Death di Christopher Smith. 
 
Semplicemente perché ha la ‘fortuna’ di presentare, in un pacchetto completo, tutta una serie di elementi che, a me personalmente, vanno particolarmente a genio. E‘ un film in costume ambientato nel medioevo, è dark e cupo, i due membri principali del cast sono attori che adoro, c’è un ottimo finale. Sembra quasi che il regista mi abbia voluto fare personalmente un favore nel girare questa pellicola, e non posso fare altro che ringraziarlo.
Ma andiamo con ordine.

La storia di Black Death ha luogo nel 14esimo secolo, durante la comparsa della peste bubbonica, che si è portata via metà Inghilterra. Alcuni dicono sia una punizione inviata da Dio per i peccati commessi dall'uomo, tanto è mostruosa. In un feudo colpito pesantemente dalla piaga, faremo la conoscenza di Fratello Osmund, un novizio monaco del convento del castello, convento non risparmiato dall'epidemia. Sgattaiolando fuori e percorrendo le vie colme di cadaveri, egli riuscirà a raggiungere la casa di Averill, la sua amata, e le porterà un fagotto con del cibo e un cavallo, ordinandole di mettersi in salvo e lasciare il castello, ormai non più sicuro. Osmund non potrà accompagnarla però, perché ha dei doveri verso l’abbazia e verso Dio, ma la ragazza lo informa che se dovesse ravvedersi, ella lo attenderà per una settimana vicino ad un crocevia, ad Ovest, prima di andarsene per sempre. Quella sera arriverà al feudo, alle porte del convento, un gruppo di soldati vestiti di nero, mandati dal Re. Essi richiederanno che gli venga affidato un monaco, un "Uomo di Dio" per fare loro da guida nelle paludi dell'Ovest, in quanto il gruppo si deve recare ad investigare un villaggio che, stranamente, pare sia stato completamente risparmiato dall'epidemia. Osmund vedrà in questo un segno del destino. Offrendosi, egli sarà in grado di incontrare la sua amata al crocevia, nel frattempo continuando a servire Dio, come se fosse rimasto al convento. Il ragazzo si unirà quindi agli uomini e alla loro missione e lascerà il feudo, ma ben presto scoprirà che l’impresa di quel gruppo di soldati ha un obiettivo ben più cupo e sinistro rispetto a quanto anticipato.



Black Death, come dicevo, mi ha conquistato.
E' un film meraviglioso, che contiene tutti gli aspetti interessanti e allo stesso tempo grotteschi del medioevo: le epidemie, il cristianesimo più radicato, il paganesimo, la superstizione, la stregoneria, di questa epoca che per alcuni aspetti pare essere uscita da un fantasy ma che, invece, c’è stata davvero. Tutti questi argomenti sono affrontati con un approccio crudo, cupo e senza speranza, ambientando la vicenda in un’Inghilterra trvagliata, attraverso uno dei periodi di maggior orrore nella storia dell’uomo.
Un oscuro Medioevo, una storia decisamente verosimile.

Anche tecnicamente parlando trovo Black Death ineccepibile, ed il cast, lo anticipavo, incontra i miei gusti alla perfezione. A capo della spedizione infatti troviamo il sempre caro Sean Bean, attore che probabilmente vive davvero con l’armatura addosso, ormai inizio a crederlo. A dargli man forte in un altro ruolo decisamente di spessore è la sempre splendida Carice van Houten, attrice che poi lavorerà proprio con lo stesso Sean Bean anche nel Trono di Spade, nel ruolo della maga Melisandre.

Con le riflessioni (anche importanti) che il film porta a fare sui costumi dell’epoca, i vari colpi di scena e l’ottimo finale, questo horror storico per il sottoscritto rasenta il capolavoro, l’ho sempre affermato dalla prima volta che l’ho visto, e non esito a consigliarlo a chiunque si reputi interessato ad immergersi in una cupa storia medioevale, a cavallo tra verità e superstizione.


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